[Cosa vuol dire diventare davvero adulti? Influenzi la tua relazione se sei infantile?]

Gli anni passano per tutti e diventando grandi raggiungiamo alcuni obiettivi:

– un buon lavoro, 

– l’acquisto di una casa,

– una macchina con una grossa cilindrata…

E persino la società ci rimanda un’immagine di noi come adulti.

La verità è che non è detto che siamo – e ci comportiamo – da adulti anche all’interno delle nostre relazioni. 

Spesso infatti rimaniamo emotivamente ancorati ad una posizione infantile. Quella dei figli. 

Cosa vuol dire? Aspetta a storcere il naso e segui il mio ragionamento. 

Per farmi capire meglio ti racconterò la storia di Ilaria. 

Ilaria è un avvocato sulla trentina e collabora con un rinomato studio di Milano. 

Partita dalla provincia di Roma circa cinque anni fa, adesso vive nel suo appartamento, non lontano dal centro della città, in compagnia del suo gatto, Silvestro. 

Tutti questi aspetti simboleggiano l’indipendenza di Ilaria. 

Una donna adulta in carriera, in una città difficile come Milano. 

Ilaria proviene da una famiglia particolare e di sicuro non si può dire che la sua sia stata un’infanzia felice. 

Figlia di una madre depressa che passava la maggior parte del tempo a letto imbottita di farmaci, assente nel prendersi cura di Ilaria. 

Un padre, anch’esso assente, spesso fuori per lavoro e che quando c’era portava avanti uno stile educativo rigido e autoritario. 

Non l’ha mai degnata di uno sguardo, né mai dato una parola di conforto. 

Non si è mai complimentato con lei né le ha mai detto che era fiero e orgoglioso.

Ilaria ne parla con la voce strozzata dal pianto e gli occhi lucidi. 

Ha passato la sua intera vita ad aspettare un riconoscimento. 

Si è laureata con il massimo dei voti, è sempre stata diligente e non ha mai creato problemi, neanche quando era adolescente. 

Ora frequente Daniele, un suo collega dello studio. 

Lui le piace molto, escono spesso a cena con gli amici, vanno a teatro insieme e lui spesso si ferma da lei a dormire. 

Eppure le attenzioni di Daniele non bastano mai. 

Ilaria non riesce a vederle come autentiche e anche quando sembra riconoscerne alcune, le giudica sempre poche. 

Vorrebbe sentirsi più sostenuta, più incoraggiata. 

Vorrebbe sempre qualcosa in più.

Ilaria richiede a Daniele di accudirla di prendersi cura di lei. 

E anche un occhio meno esperto del mio potrebbe subito pensare che Ilaria stia cercando un padre. 

Si lamenta anche di non riuscire a rimanere concentrata sulle sue cose e ha smesso di andare in palestra da quando lo frequenta.

Passa il tempo a domandarsi se Daniele la vuole davvero o se è solo un passatempo per lui. 

Ma prima di iniziare i nostri incontri non si era mai chiesta: Daniele può darmi ciò che desidero? Oppure sono io che lo assillo con richieste assurde?

E soprattutto non si era mai chiesta da dove venissero tutti questi desideri…

Da sola non era riuscita a porsi degli interrogativi produttivi…

Con il nostro percorso, siamo riusciti ad individuarli e a trovare delle risposte insieme che potessero costituire delle soluzioni per la sua relazione.

Prima di venire nel nostro studio era una lamentela continua senza nè capo nè coda, con la voglia di destreggiarsi in questa situazione ma senza sapere come fare…

Mossa da quel bisogno di riconoscimento che non ha mai avuto, lo chiedeva

 e lo pretendeva dal suo compagno. 

Daniele non potrà mai essere il padre che Ilaria non ha avuto. 

Non è il suo compito ed è giusto che lui faccia il compagno.

Questa è una trappola infima e uscirne non è per niente facile – soprattutto se sei sempre tu che ti vedi con i tuoi occhi e non riesci a trovare la luce per scappare dal tunnel della sofferenza…

La vera sfida per Ilaria è stata riuscire a camminare con le sue gambe.

La vera sfida è stata accettare dentro di sé che il padre che ha avuto è quello che si ritrova…

E purtroppo non possiamo cambiare ciò che è stato e nemmeno possiamo darle un padre diverso da quello che ha. 

Senza il nostro percorso, iniziato con una seduta di terapia gratuita – come riserviamo a te in questo momento – Ilaria stava correndo un bel rischio.

Innanzitutto avrebbe continuato a soffrire e poi…

Non accettare la realtà – e compiere dei passi in questa direzione – avrebbe portato Daniele a lasciarla.

Davanti a richieste e pretese irrealistiche, si sarebbe allontanato con buona probabilità.

Perché anche se Ilaria è adulta secondo i calcoli anagrafici, non lo è dal punto di vista emotivo e relazionale – e invece Daniele cercava una persona adulta in tutti i sensi e in tutte le aree.
Ilaria sembrava quasi bloccata nella sua posizione di figlia:

– piccola e bisognosa di cure,

– sempre alla ricerca di attenzioni,

– con voglia di riconoscimento da una figura genitoriale che la incoraggi ad andare avanti nella sua vita.

Ma continuare così e rivolgere delle tali richieste al suo compagno non fa altro che creare un circolo vizioso di mortificazioni e di frustrazioni.

Nessuno potrà essere suo padre e lei non riuscirebbe a leggere come autentici gli atteggiamenti di cura dell’altro.

Rischia così di vagabondare per il mondo a ricercare quell’amore che non troverà mai.

Come uscire dunque da una tale prigionia di sofferenza?

Il passaggio non è facile e spesso ci vogliano almeno un paio di anni di terapia.

Ilaria adesso ha finalmente raggiunto una posizione adulta facendo pace con la sua storia, con la sua vita, con le sue esperienze.

Accettando realmente che il padre non l’ha amata come lei avrebbe desiderato e come si merita.

E di certo caricare il partner di certe aspettative e di certe responsabilità, come l’amarla come i suoi genitori non hanno fatto, di sicuro non appagherà questo bisogno.

Anzi rischia solo di allontanare l’altro.

Lei continua ad alimentare il circolo di ansia e di depressione e rischia davvero di rimanere sola. 

Peggio ancora rischia poi di legarsi ad una personalità narcisista che si nutrirà dei suoi bisogni di vicinanza solo per nutrire il suo ego.

E davvero non ci sarà poi alcun sentimento sincero e onesto nella sua vita. 

L’altro non è la nostra stampella, bensì un compagno di viaggio.

Ed è necessario accedere ad una posizione adulta in cui si è fatto pace con la propria storia prima di poter accogliere e di incontrare un amore maturo.

Così potrai apprezzare le sfumature e la ricchezza. 

Purtroppo per poter accettare la propria storia – anche quella in cui non siamo stati amati dai nostri genitori – abbiamo bisogno di tempo e non basta dirlo a voce alta.

È un passaggio qualitativo. 

Quando lo avremo accettato dentro di noi, sentiremo che sarà una cosa che ci è mancata, ma che non ci fa più soffrire.

Lasceremo andare quel dolore infantile che per lungo tempo ci ha spezzato il cuore.

Potremo dire di aver accettato la nostra storia quando non chiederemo all’altro – spesso inconsciamente – di riparare le antiche ferite.

Solo allora saremo in grado di avere un amore maturo dove le richieste di vicinanza sono perchè l’altro arricchisce la nostra vita e non perchè ci deve sostenere.


Come ti ho detto, dopo tanto lavoro Ilaria è riuscita a consolare da sola quella bambina abbandonata e ferita che si portava dentro…

Sono felice di aver raggiunto con lei questo risultato perchè da poco avevo deciso di rendere la prima seduta gratuita.

Dopo averla vista così raggiante e soddisfatta, ho deciso che sarebbe stato un must.

Adesso, contattandoci telefonicamente al +39 340 3986602 o scrivendoci all’indirizzo email giuliaegiorgiashow@gmail.com, potrai riservare la tua prima seduta gratuita.


Con Ilaria ci si siamo accorte del suo passaggio qualitativo quando da sola è riuscita a riconoscere che:

“Daniele non è mio padre, lo amo e vorrei fosse il padre dei miei figli.

Dopo tutto io so prendermi cura di me da me!” 


Il nostro lavoro insieme era terminato.

Qualche mese dopo la fine della terapia Ilaria mi scrisse una email in cui mi salutava e mi ringraziava del percorso insieme.

Mi raccontava che si era trasferita in una villetta sul lago di Como e aveva aperto lì il suo studio insieme a Daniele.
Si erano sposati e avevano avuto una splendida bambina.

Ora le sue richieste non sono più quelle di una bambina, di una figlia che pretende che il suo compagno le faccia da padre. 


Adesso le sue sono richieste di cooperazione di una donna adulta 

che è desiderosa di condividere la sua vita…

E non più di affidarla a qualcuno che la custodisca.

Queste sono le ultime informazioni che ho su Ilaria, da allora non ho più avuto sue notizie. Direi che è un buon segno!

Se ti piacerebbe un rapporto alla pari, con scambi e confronti tra persone che viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, contattandoci telefonicamente al +39 3471492945 o scrivendomi all’indirizzo email docgiuliafloris@gmail.com.

In base alle tue esigenze, riserveremo la tua prima seduta gratuita e potrai iniziare a sorridere ed essere il vero te stesso – quello adulto e cresciuto – anche nelle relazioni amorose!

Giulia Floris

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